babbo natale sorpreso

Natale: i 4 passaggi fondamentali per una strategia vincente

Prima regola: mai farsi trovare impreparati al Natale! Sappiamo tutti che questa festività richiede una lunga fase di preparazione: la scelta dell’albero di Natale, decorazioni, lucine.. e regali! Se hai un’attività o un’impresa lo sai bene: devi iniziare a studiare la tua strategia marketing ancor prima del cambio di stagione! Ma come affrontare il Natale in quest’anno così imprevedibile? Seguendo i passaggi di ogni anno, studiando i dati che abbiamo e prendendo in considerazione alcuni aspetti.

Prima regola: mai farsi trovare impreparati al Natale! Sappiamo tutti che questa festività richiede una lunga fase di preparazione: la scelta dell’albero di Natale, decorazioni, lucine.. e regali! Se hai un’attività o un’impresa lo sai bene: devi iniziare a studiare la tua strategia marketing ancor prima del cambio di stagione! Ma come affrontare il Natale in quest’anno così imprevedibile? Seguendo i passaggi di ogni anno, studiando i dati che abbiamo e prendendo in considerazione alcuni aspetti.

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INDICE

Hai già pensato alla tua strategia di marketing?

Per ogni Babbo Natale che riposa ad agosto c'è un marketer che studia la sua strategia per Natale! Come ogni professionista del marketing sa, il Natale è una cosa seria, serissima! Ci vanno mesi di studio e analisi per sviluppare una giusta campagna di marketing. Brainstorming sotto l'ombrellone ad agosto, ricerche delle keywords tra una bracciata e l'altra, analisi del target audience degli anni precedenti.

Ma senza agitarsi troppo, l'importante è avere le idee ben chiare e seguire dei passaggi definiti, insomma serve una strategia ben precisa per il marketing natalizio!

Prospettive e studi sul Natale 2020

Certo, quest'anno abbiamo vissuto numerosi cambiamenti, e alcuni ci hanno imposto di fermarci e riflettere su nuovi e vecchi percorsi, sugli scopi e sui modi per raggiungerli. Dagli obiettivi di vendita allo stravolgimento di qualsiasi strategia di lungo e breve termine, alla crescita esponenziale degli e-commerce e degli acquisti via mobile soprattutto da parte della generazione x e dei baby boomer: siamo di fronte a un Natale per certi versi da scoprire, come ci informa Facebook, che ha pubblicato una guida in base alle ultime ricerche in fatto di marketing.

Qui sono evidenziati le tendenze e gli insight, e si possono consultare interessanti statistiche e dati sugli acquisti, insieme a strumenti e risorse utili per pianificare campagne natalizie efficienti.

Per esempio possiamo apprendere che ci sarà una rapida crescita nelle promozioni e che gli utenti apprezzano contenuti autentici e informativi. Non tenere conto di tutti questi fattori, in fase di analisi e di partenza di una campagna di marketing natalizia, quest'anno sarebbe sbagliato. Ma allo stesso tempo non dotarsi di alcune linee guida per procedere creerebbe solo caos e agitazione.

I 4 passaggi per una campagna a prova di Natale

Studio

Studia quindi il target, gli obiettivi e le performance di vendita del precedente Natale e prendi in considerazione i cambiamenti dovuti al Covid19 con tutti gli strumenti che ci vengono offerti, compresa la guida Facebook. È importante sapere che al primo posto quest'anno ci sono la salute e la sicurezza di clienti e staff. Se possiedi un e-commerce pensa quindi a soluzioni come la prenotazione online e il ritiro in negozio (click and collect) o il pick up alla porta e assicurati di comunicare sempre tutto in maniera chiara ai tuoi clienti.

Test

Inizia la vera pianificazione. Devi costruire una campagna web? Quali strumenti e canali conviene usare? Dopo aver stabilito gli obiettivi della comunicazione, anche la creatività deve puntare alla massima interazione con la tua pagina, con il tuo brand.

Campagne di Google Ads e inserzioni di Facebook: assicurarsi la massima performance da mobile quest'anno è fondamentale! Dopo aver curato la creatività, eseguito i test necessari, aver informato e creato consapevolezza intorno ai tuoi prodotti e il tuo brand, sei pronto per lanciare la tua campagna.

Ricorda che gli A/B test sono importanti quanto lo studio e l'analisi dell'andamento, e quanto la creatività. Gli ultimi mesi ci hanno insegnato a dedicare meno tempo alla programmazione e più alla sensibilità verso ciò che ci circonda (o almeno, è la speranza d tutti noi). Non soddisfare un bisogno, ma comunicare alle persone con il giusto tono è il vero obiettivo di ogni marketer.

Lancio e conversioni

Pronto a lanciare la tua navicella spaziale carica di offerte e promozioni sui regali di Natale, il passo successivo è convertire e vendere. Come suggerisce Facebook, in fase di costruzione della campagna su Business Manager, attenzione ai posizionamenti degli annunci: cioè dove i tuoi annunci saranno visibili: ottimizzare il posizionamento è la scelta migliore.

Vendite post Natale

Sarebbe davvero sbagliato, finite le feste, chiudere la campagna di marketing natalizia e non pensarci più. Stilare dei report finali, studiarli in vista del prossimo Natale è il vero segreto per una campagna marketing natalizia di successo!

Riorganizza le prossime promozioni non prima di aver colto tutti i punti forza e i punti deboli della tua strategia. Questo lavoro servirà a creare una campagna di comunicazione ancora più efficiente. Ma a questo ci pensi, ovviamente, dopo aver festeggiato in serenità il tuo Natale! 😉

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Hai già pensato alla tua strategia di marketing?

Per ogni Babbo Natale che riposa ad agosto c'è un marketer che studia la sua strategia per Natale! Come ogni professionista del marketing sa, il Natale è una cosa seria, serissima! Ci vanno mesi di studio e analisi per sviluppare una giusta campagna di marketing. Brainstorming sotto l'ombrellone ad agosto, ricerche delle keywords tra una bracciata e l'altra, analisi del target audience degli anni precedenti.

Ma senza agitarsi troppo, l'importante è avere le idee ben chiare e seguire dei passaggi definiti, insomma serve una strategia ben precisa per il marketing natalizio!

Prospettive e studi sul Natale 2020

Certo, quest'anno abbiamo vissuto numerosi cambiamenti, e alcuni ci hanno imposto di fermarci e riflettere su nuovi e vecchi percorsi, sugli scopi e sui modi per raggiungerli. Dagli obiettivi di vendita allo stravolgimento di qualsiasi strategia di lungo e breve termine, alla crescita esponenziale degli e-commerce e degli acquisti via mobile soprattutto da parte della generazione x e dei baby boomer: siamo di fronte a un Natale per certi versi da scoprire, come ci informa Facebook, che ha pubblicato una guida in base alle ultime ricerche in fatto di marketing.

Qui sono evidenziati le tendenze e gli insight, e si possono consultare interessanti statistiche e dati sugli acquisti, insieme a strumenti e risorse utili per pianificare campagne natalizie efficienti.

Per esempio possiamo apprendere che ci sarà una rapida crescita nelle promozioni e che gli utenti apprezzano contenuti autentici e informativi. Non tenere conto di tutti questi fattori, in fase di analisi e di partenza di una campagna di marketing natalizia, quest'anno sarebbe sbagliato. Ma allo stesso tempo non dotarsi di alcune linee guida per procedere creerebbe solo caos e agitazione.

I 4 passaggi per una campagna a prova di Natale

Studio

Studia quindi il target, gli obiettivi e le performance di vendita del precedente Natale e prendi in considerazione i cambiamenti dovuti al Covid19 con tutti gli strumenti che ci vengono offerti, compresa la guida Facebook. È importante sapere che al primo posto quest'anno ci sono la salute e la sicurezza di clienti e staff. Se possiedi un e-commerce pensa quindi a soluzioni come la prenotazione online e il ritiro in negozio (click and collect) o il pick up alla porta e assicurati di comunicare sempre tutto in maniera chiara ai tuoi clienti.

Test

Inizia la vera pianificazione. Devi costruire una campagna web? Quali strumenti e canali conviene usare? Dopo aver stabilito gli obiettivi della comunicazione, anche la creatività deve puntare alla massima interazione con la tua pagina, con il tuo brand.

Campagne di Google Ads e inserzioni di Facebook: assicurarsi la massima performance da mobile quest'anno è fondamentale! Dopo aver curato la creatività, eseguito i test necessari, aver informato e creato consapevolezza intorno ai tuoi prodotti e il tuo brand, sei pronto per lanciare la tua campagna.

Ricorda che gli A/B test sono importanti quanto lo studio e l'analisi dell'andamento, e quanto la creatività. Gli ultimi mesi ci hanno insegnato a dedicare meno tempo alla programmazione e più alla sensibilità verso ciò che ci circonda (o almeno, è la speranza d tutti noi). Non soddisfare un bisogno, ma comunicare alle persone con il giusto tono è il vero obiettivo di ogni marketer.

Lancio e conversioni

Pronto a lanciare la tua navicella spaziale carica di offerte e promozioni sui regali di Natale, il passo successivo è convertire e vendere. Come suggerisce Facebook, in fase di costruzione della campagna su Business Manager, attenzione ai posizionamenti degli annunci: cioè dove i tuoi annunci saranno visibili: ottimizzare il posizionamento è la scelta migliore.

Vendite post Natale

Sarebbe davvero sbagliato, finite le feste, chiudere la campagna di marketing natalizia e non pensarci più. Stilare dei report finali, studiarli in vista del prossimo Natale è il vero segreto per una campagna marketing natalizia di successo!

Riorganizza le prossime promozioni non prima di aver colto tutti i punti forza e i punti deboli della tua strategia. Questo lavoro servirà a creare una campagna di comunicazione ancora più efficiente. Ma a questo ci pensi, ovviamente, dopo aver festeggiato in serenità il tuo Natale! 😉

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Social commerce: il futuro delle vendite è sui social

Questo ultimo anno ci ha visti correre sempre più veloci, costretti a spingere l’acceleratore sulla trasformazione digitale e ad adattarci a nuove necessità. Abbiamo visto e vedremo nascere sempre più e-commerce e vetrine online: luogo dove ormai avviene la maggior parte dell’attività di retail. Abbiamo quindi modo di pensare che, dopo l’e-commerce, il futuro delle vendite sarà sui social?

Questo ultimo anno ci ha visti correre sempre più veloci, costretti a spingere l’acceleratore sulla trasformazione digitale e ad adattarci a nuove necessità. Abbiamo visto e vedremo nascere sempre più e-commerce e vetrine online: luogo dove ormai avviene la maggior parte dell’attività di retail. Abbiamo quindi modo di pensare che, dopo l’e-commerce, il futuro delle vendite sarà sui social?

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Le nuove sfide del retail

Stiamo attraversando un periodo che ancora una volta ci impone di fermarci a riflettere su dove stiamo andando e come. Guardiamoci intorno: molte vetrine stanno cambiando e le saracinesche si abbassano mutando la conformazione urbanistica delle città che viviamo. La conseguenza è un cambiamento nel modo di vivere la città e quindi un cambiamento nel modo di vivere gli acquisti.

I margini di guadagno diminuiscono e catturare e fidelizzare un cliente diviene sempre più difficile. Avere una buona strategia digitale di successo, costruire la propria presenza online, aprire un e-commerce sono oggi opportunità reali per ogni commerciante di comunicare ai propri clienti, far conoscere il proprio marchio e alimentare l'interesse verso i propri prodotti o servizi.

Tutte le piccole imprese devono osservare il comportamento del consumatore, e adattare la propria strategia: costruire la propria customer journey modulandola sui diversi canali. Prima di tutto è importante identificare il proprio target audience e poi accompagnare il consumatore verso la conversione, tramite una strategia omnicanale.

Cosa intendiamo con strategia omnicanale

Come aveva precedentemente annunciato Mark Zuckerberg, solo qualche mese fa sono nate Instagram Shop e Facebook Shop, funzioni che permettono di creare un e-commerce nativo sui social.

Si tratta insomma di un'esperienza d'acquisto priva di interruzioni: i clienti o futuri tali scoprono i prodotti tramite sponsorizzate, annunci, post o stories, accedono allo shop in maniera facile e senza uscire dall'app e completano l'acquisto sul sito web aumentando il traffico sul sito web.

Insomma le parole d'ordine sono comodità, facilità e zero spreco di tempo.

Qui è necessaria però una pausa di riflessione. Se cambiano i mezzi, le vetrine, devono cambiare anche le strategie, è chiaro. E qui entra in gioco la strategia omnicanale, che lavora appunto su tutti i canali a disposizione per il retail, compresi i social.

Grazie ai social puoi arrivare direttamente al tuo target di riferimento, senza più dover essere trovato. I social, insieme all'e-commerce aiutano a comprendere i bisogni dei clienti, costruire la loro customer Journey e quindi aumentare le vendite.

Prima di fare questo servono però tutti gli strumenti di digital marketing per costruire la propria presenza online e la propria brand awareness: annunci sui motori di ricerca, campagne di comunicazione e di sensibilizzazione sui social network, campagne commerciali online e offline, presenza sul web con un sito responsive.

Il fattore umano e l'importanza delle relazioni

Studiare tutte le opportunità che nuovi strumenti come Instagram Shop e Facebook Shop offrono è sicuramente giusto per ogni tipo di impresa, ma ci sono tanti casi su cui riflettere a fondo. Pensiamo per esempio a due situazioni come pianificare le vendite in base ai grandi sconti, oppure allo shopping dell'ultimo minuto:

  • I social possono aiutare quando si pianificano strategie in occasione per esempio del Black Friday e del Cyber Monday e per anticipare i bisogni dei consumatori arrivando preparati al Natale, ma sicuramente è utile una strategia più ampia, in grado di prevedere le azioni di altri competitor, grandi o piccoli che siano.
  • Investire maggiormente nell'e-commerce e nello shopping online vuol dire anche non dimenticare totalmente l'esperienza in-store. È giusto pensare a come agevolare il consumatore e facilitare lo shopping dell'ultimo minuto con il BOPIS (Buy Online, Pick-up in Store).

Il retail è stato completamente rivoluzionato dalla tecnologia digitale e continuerà a mutare ancora, ma tutta l'innovazione senza il fattore più importante, e cioè quello umano, è praticamente inutile. La cultura principale deve rimanere sempre quella incentrata sul cliente, sulla relazione che stringiamo con i consumatori.

Se il futuro del retail è davvero sui social significa che saremo in grado di costruire rapporti di qualità, qualsiasi mezzo utilizziamo.

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Le nuove sfide del retail

Stiamo attraversando un periodo che ancora una volta ci impone di fermarci a riflettere su dove stiamo andando e come. Guardiamoci intorno: molte vetrine stanno cambiando e le saracinesche si abbassano mutando la conformazione urbanistica delle città che viviamo. La conseguenza è un cambiamento nel modo di vivere la città e quindi un cambiamento nel modo di vivere gli acquisti.

I margini di guadagno diminuiscono e catturare e fidelizzare un cliente diviene sempre più difficile. Avere una buona strategia digitale di successo, costruire la propria presenza online, aprire un e-commerce sono oggi opportunità reali per ogni commerciante di comunicare ai propri clienti, far conoscere il proprio marchio e alimentare l'interesse verso i propri prodotti o servizi.

Tutte le piccole imprese devono osservare il comportamento del consumatore, e adattare la propria strategia: costruire la propria customer journey modulandola sui diversi canali. Prima di tutto è importante identificare il proprio target audience e poi accompagnare il consumatore verso la conversione, tramite una strategia omnicanale.

Cosa intendiamo con strategia omnicanale

Come aveva precedentemente annunciato Mark Zuckerberg, solo qualche mese fa sono nate Instagram Shop e Facebook Shop, funzioni che permettono di creare un e-commerce nativo sui social.

Si tratta insomma di un'esperienza d'acquisto priva di interruzioni: i clienti o futuri tali scoprono i prodotti tramite sponsorizzate, annunci, post o stories, accedono allo shop in maniera facile e senza uscire dall'app e completano l'acquisto sul sito web aumentando il traffico sul sito web.

Insomma le parole d'ordine sono comodità, facilità e zero spreco di tempo.

Qui è necessaria però una pausa di riflessione. Se cambiano i mezzi, le vetrine, devono cambiare anche le strategie, è chiaro. E qui entra in gioco la strategia omnicanale, che lavora appunto su tutti i canali a disposizione per il retail, compresi i social.

Grazie ai social puoi arrivare direttamente al tuo target di riferimento, senza più dover essere trovato. I social, insieme all'e-commerce aiutano a comprendere i bisogni dei clienti, costruire la loro customer Journey e quindi aumentare le vendite.

Prima di fare questo servono però tutti gli strumenti di digital marketing per costruire la propria presenza online e la propria brand awareness: annunci sui motori di ricerca, campagne di comunicazione e di sensibilizzazione sui social network, campagne commerciali online e offline, presenza sul web con un sito responsive.

Il fattore umano e l'importanza delle relazioni

Studiare tutte le opportunità che nuovi strumenti come Instagram Shop e Facebook Shop offrono è sicuramente giusto per ogni tipo di impresa, ma ci sono tanti casi su cui riflettere a fondo. Pensiamo per esempio a due situazioni come pianificare le vendite in base ai grandi sconti, oppure allo shopping dell'ultimo minuto:

  • I social possono aiutare quando si pianificano strategie in occasione per esempio del Black Friday e del Cyber Monday e per anticipare i bisogni dei consumatori arrivando preparati al Natale, ma sicuramente è utile una strategia più ampia, in grado di prevedere le azioni di altri competitor, grandi o piccoli che siano.
  • Investire maggiormente nell'e-commerce e nello shopping online vuol dire anche non dimenticare totalmente l'esperienza in-store. È giusto pensare a come agevolare il consumatore e facilitare lo shopping dell'ultimo minuto con il BOPIS (Buy Online, Pick-up in Store).

Il retail è stato completamente rivoluzionato dalla tecnologia digitale e continuerà a mutare ancora, ma tutta l'innovazione senza il fattore più importante, e cioè quello umano, è praticamente inutile. La cultura principale deve rimanere sempre quella incentrata sul cliente, sulla relazione che stringiamo con i consumatori.

Se il futuro del retail è davvero sui social significa che saremo in grado di costruire rapporti di qualità, qualsiasi mezzo utilizziamo.

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Come si usano correttamente gli hashtag?

Sono lontani ormai i tempi in cui lo chiamavamo “cancelletto” digitandolo sulla tastiera dei nostri primi cellulari. Oggi è un’etichetta che ci sentiamo obbligati a usare, anche se non sempre lo facciamo con consapevolezza. Quali sono gli hashtag da usare e come facciamo a sapere quali sono i più adatti a farci trovare sui social?

Sono lontani ormai i tempi in cui lo chiamavamo “cancelletto” digitandolo sulla tastiera dei nostri primi cellulari. Oggi è un’etichetta che ci sentiamo obbligati a usare, anche se non sempre lo facciamo con consapevolezza. Quali sono gli hashtag da usare e come facciamo a sapere quali sono i più adatti a farci trovare sui social?

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Etichette che decidono tendenze

Lanciati in rete hanno la capacità di diffondere qualsiasi tipo di notizia in tutto il mondo nel giro di pochissimi secondi: periodicamente vari #RIP colpiscono il personaggio famoso di turno, facendolo credere defunto, #AppleEvent ha scatenato il panico nei giorni scorsi lasciando tutti i fan in attesa di informazioni sui nuovi modelli iPhone, con #iorestoacasa, #metoo, #pridemonth abbiamo abbracciato cause, preso posizioni, ci siamo sensibilizzati rispetto a un tema.

Insomma quello che prima era solo un cancelletto su tastiere e cellulari, col tempo è diventato un elemento onnipresente, in grado di andare oltre la dimensione digitale, un'etichetta carica di significato.

Comparso timidamente per la prima volta nel 2007 su Twitter, dopo molti cinguettii ha conquistato tutti i social, diventando quello che conosciamo oggi.

Sulle piattaforme di foto e video sharing, come Instagram e YouTube, li utilizziamo per descrivere i contenuti. Su Twitter invece gli hashtag servono per stabilire e individuare il topic di una conversazione o identificare un gruppo di persone che vorremmo coinvolgere. Su Tik Tok oltre a far comparire il nostro video tra tutti quelli che contengono lo specifico # e a classificarli, serve a prendere parte alle #challenge.

Fermati per un attimo e pensa: quanti ne digitiamo al giorno e quanti nuovi ne creiamo? Non riesci a contarli, vero?

Se li usiamo così tanto ci sarà un motivo, penserete voi. Gli hashtag sono infatti uno dei migliori modi per aumentare i followers e l'audience sul tuo profilo, lo sappiamo tutti. Usarli nel modo giusto aiutano a esporre il brand (o personal brand) ad un vasto e segmentato pubblico.

Questo però non vuol dire che li usiamo sempre con consapevolezza. Spesso nel nostro modo di pensare prevale il "più ne aggiungo e più possibilità ho di essere trovato". Non funziona proprio così.

Come funzionano gli hashtag

Nati con l'utilità di catalogare, mettere ordine nel mare infinito dei contenuti social, ora ci troviamo ancora più confusi di fronte allo schermo e con troppi hashtag tra cui districarci.

Sai una cosa? La soluzione è nella misura.

Cosa vuol dire. È sbagliato pensare che inserire dieci righe di hashtag ci permetta di emergere nelle ricerche più facilmente. Come è sbagliato pensare che, nell'universo infinito di contenuti, usare gli hashtag sia diventato ormai inutile.

Di certo inutili sono esempi quali:

#Che #Bello #È #arrivata #Estate

#VoglioAndareAMareMaNonHoSuperatoLaProvaCostume

Difficilmente immaginiamo un cliente che, in cerca un prodotto, un tema o un interesse, digiti #che. Allo stesso modo un hashtag così lungo, pieno di parole e complicato da scrivere non ha un obiettivo di comunicazione ben preciso, lo intuiamo tutti. Il segreto sono parole brevi e in grado di esaurire il valore del brand, di comunicarne la brand awareness, parole in linea con il contenuto pubblicato.

Il discorso della misura vale poi anche per la quantità: pensando per esempio a Instagram, è vero che il massimo di hashtag pubblicabili è 30, ma va bene inserirne da 10 a 20, tra popolari e meno popolari, per essere maggiormente incisivi, essere ben catalogati dal social e quindi comparire tra i risultati di quell'hashtag.

Sdoganate queste informazioni ora sappiamo tutti usare gli hashtag correttamente, giusto?

Ok, lo ammettiamo, la verità è che non esistono delle regole ben precise nell'uso degli hashtag, piuttosto delle tendenze o delle norme valide per i singoli casi. Il segreto resta provare, provare e provare, e soprattutto essere coerenti con il contenuto che stiamo proponendo. E poi analizzare i risultati e l'andamento dei nostri post. Come? Magari insieme a dei professionisti in grado di decifrare in maniera corretta i dati e di costruire la tua strategia di comunicazione sui social!

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Etichette che decidono tendenze

Lanciati in rete hanno la capacità di diffondere qualsiasi tipo di notizia in tutto il mondo nel giro di pochissimi secondi: periodicamente vari #RIP colpiscono il personaggio famoso di turno, facendolo credere defunto, #AppleEvent ha scatenato il panico nei giorni scorsi lasciando tutti i fan in attesa di informazioni sui nuovi modelli iPhone, con #iorestoacasa, #metoo, #pridemonth abbiamo abbracciato cause, preso posizioni, ci siamo sensibilizzati rispetto a un tema.

Insomma quello che prima era solo un cancelletto su tastiere e cellulari, col tempo è diventato un elemento onnipresente, in grado di andare oltre la dimensione digitale, un'etichetta carica di significato.

Comparso timidamente per la prima volta nel 2007 su Twitter, dopo molti cinguettii ha conquistato tutti i social, diventando quello che conosciamo oggi.

Sulle piattaforme di foto e video sharing, come Instagram e YouTube, li utilizziamo per descrivere i contenuti. Su Twitter invece gli hashtag servono per stabilire e individuare il topic di una conversazione o identificare un gruppo di persone che vorremmo coinvolgere. Su Tik Tok oltre a far comparire il nostro video tra tutti quelli che contengono lo specifico # e a classificarli, serve a prendere parte alle #challenge.

Fermati per un attimo e pensa: quanti ne digitiamo al giorno e quanti nuovi ne creiamo? Non riesci a contarli, vero?

Se li usiamo così tanto ci sarà un motivo, penserete voi. Gli hashtag sono infatti uno dei migliori modi per aumentare i followers e l'audience sul tuo profilo, lo sappiamo tutti. Usarli nel modo giusto aiutano a esporre il brand (o personal brand) ad un vasto e segmentato pubblico.

Questo però non vuol dire che li usiamo sempre con consapevolezza. Spesso nel nostro modo di pensare prevale il "più ne aggiungo e più possibilità ho di essere trovato". Non funziona proprio così.

Come funzionano gli hashtag

Nati con l'utilità di catalogare, mettere ordine nel mare infinito dei contenuti social, ora ci troviamo ancora più confusi di fronte allo schermo e con troppi hashtag tra cui districarci.

Sai una cosa? La soluzione è nella misura.

Cosa vuol dire. È sbagliato pensare che inserire dieci righe di hashtag ci permetta di emergere nelle ricerche più facilmente. Come è sbagliato pensare che, nell'universo infinito di contenuti, usare gli hashtag sia diventato ormai inutile.

Di certo inutili sono esempi quali:

#Che #Bello #È #arrivata #Estate

#VoglioAndareAMareMaNonHoSuperatoLaProvaCostume

Difficilmente immaginiamo un cliente che, in cerca un prodotto, un tema o un interesse, digiti #che. Allo stesso modo un hashtag così lungo, pieno di parole e complicato da scrivere non ha un obiettivo di comunicazione ben preciso, lo intuiamo tutti. Il segreto sono parole brevi e in grado di esaurire il valore del brand, di comunicarne la brand awareness, parole in linea con il contenuto pubblicato.

Il discorso della misura vale poi anche per la quantità: pensando per esempio a Instagram, è vero che il massimo di hashtag pubblicabili è 30, ma va bene inserirne da 10 a 20, tra popolari e meno popolari, per essere maggiormente incisivi, essere ben catalogati dal social e quindi comparire tra i risultati di quell'hashtag.

Sdoganate queste informazioni ora sappiamo tutti usare gli hashtag correttamente, giusto?

Ok, lo ammettiamo, la verità è che non esistono delle regole ben precise nell'uso degli hashtag, piuttosto delle tendenze o delle norme valide per i singoli casi. Il segreto resta provare, provare e provare, e soprattutto essere coerenti con il contenuto che stiamo proponendo. E poi analizzare i risultati e l'andamento dei nostri post. Come? Magari insieme a dei professionisti in grado di decifrare in maniera corretta i dati e di costruire la tua strategia di comunicazione sui social!

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Le challenge ai tempi dei social network

Che i social network siano parte integrante della nostra vita è ormai notizia ovvia. Che riescano a farci mettere in gioco, superando qualche convinzione e facendoci scoprire nuove prospettive, beh questo è un argomento tutto da esplorare. In questo articolo lo facciamo da un punto di vista ben preciso: le challenge. Cosa sono? E perchè stanno spopolando sul web?

Che i social network siano parte integrante della nostra vita è ormai notizia ovvia. Che riescano a farci mettere in gioco, superando qualche convinzione e facendoci scoprire nuove prospettive, beh questo è un argomento tutto da esplorare. In questo articolo lo facciamo da un punto di vista ben preciso: le challenge. Cosa sono? E perchè stanno spopolando sul web?

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Challenge accepted!

Se una decina di anni fa ti avessero detto che un adolescente avrebbe fatto coming out cantando su un social network, probabilmente avresti avuto un'espressione a metà tra sorpresa e sbigottimento.
Qualcosa di così privato su una piattaforma che per sua natura è totalmente pubblica? Certo! Perché no?

Vivere nel mondo digital ha fatto anche questo: molte barriere sono crollate, i mezzi attraverso cui esprimersi si sono moltiplicati, la libertà di essere sé stessi ha trovato un nuovo palcoscenico e il coraggio di raccontarsi sta sempre di più prendendo piede.

Ma in tutto questo cosa c'entra l'adolescente che fa coming out?
Te lo spieghiamo subito: su TikTok centinaia di ragazzi cantano in playback improvvisandosi video maker e coreografi. Bene. C'è una challange che consiste nel cantare un testo in cui viene esplicitata la propria sessualità, facendo così coming out in pubblico.
La bellezza di tutto questo? Quella di abbattere convenzioni e annullare la vergogna. Riuscire a superare limiti (auto)imposti a favore della propria felicità.

Piuttosto importante, la forza di una semplice challenge sui social! Del resto, la parola challenge significa proprio "sfida". Di per sé questo termine chiama in causa la capacità di andare contro qualcosa per raggiungere un obiettivo. Insomma, il digital a favore della vita vera.

E se questo da solo non basta a spiegare l'impatto di una challenge, te lo spieghiamo in altri termini. Passiamo al mondo della comunicazione, vediamo come e perché seguire questo trend può davvero fare la differenza nell'ottica del sapersi raccontare.

Le challenge e la comunicazione digitale

Se hai bisogno di comunicare un'idea o se vuoi far conoscere al mondo il tuo brand bisogna arrivare alle persone. Qualcosa di scontato dirai, certo. Ma pensaci: quante volte ti fermi davvero a guardare un contenuto? A leggere fino alla fine un post o ad aspettare che un video finisca? Poche, pochissime.

C'è la vita che incalza, giusto? Una pentola che bolle sul fuoco o una conversazione a cui dover partecipare. Tutte cose che spostano la tua attenzione, che la rubano al contenuto appena spuntato sul tuo device. Quindi no, raggiungere le persone non è così semplice.

Ecco allora che le challenge si portano dietro una caratteristica fondamentale: danno la possibilità di interagire. Non è un "io ti dico, tu ascolti" ma è un "dillo insieme a me".

Fare questo non significa solamente ottenere l'attenzione e il tempo delle persone, ma chiedere di investire quel tempo facendoli diventare parti integranti della comunicazione. Autori e destinatari allo stesso tempo. Niente male, bisogna ammetterlo.

Un'altra qualità è l'immediatezza. Niente giri di parole, niente preamboli. Un'azione semplice che va dritta al punto. E quel punto, quell'obiettivo può assumere sembianze diverse a seconda del messaggio che si vuole comunicare. Perché certo, l'intrattenimento e il divertimento restano il punto principale, ma non è detto che si limiti a questo.

Prendiamo ad esempio la Trash challenge che ha una forte impronta ambientalistica. Consiste nel trovare un luogo particolarmente sporco, invaso dai rifiuti, come un bosco o una spiaggia, ripulirlo e postare il prima e il dopo sui social.

Anche noi abbiamo ideato la nostra personalissima challenge, condivisa sul nostro blog Sinonimo di benessere e sui canali social. Si tratta dell'#escapeview challenge, in cui ti invitiamo a fotografare la tua vista dalla finestra. Considerando il periodo di quarantena che stiamo vivendo, questo è un invito a capire che non sei da solo, che ci sono altre persone, dall'altra parte della strada, che stanno combattendo insieme a te.

E sì, anche qui vediamo come il confine tra digital e vita vera sia in realtà molto sottile. Spesso il primo può fungere da strumento per il secondo per creare qualcosa di formidabile. Parte del nostro lavoro sta anche nel fare in modo che questo accada il più possibile.

Adesso rifletti: come puoi usare tutto questo a tuo favore? Vuoi creare una challenge e diffonderla sulle tue pagine social? Capire meglio tutte le sfumature? Non c'è bisogno di farlo da solo, noi siamo qui a disposizione!

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Challenge accepted!

Se una decina di anni fa ti avessero detto che un adolescente avrebbe fatto coming out cantando su un social network, probabilmente avresti avuto un'espressione a metà tra sorpresa e sbigottimento.
Qualcosa di così privato su una piattaforma che per sua natura è totalmente pubblica? Certo! Perché no?

Vivere nel mondo digital ha fatto anche questo: molte barriere sono crollate, i mezzi attraverso cui esprimersi si sono moltiplicati, la libertà di essere sé stessi ha trovato un nuovo palcoscenico e il coraggio di raccontarsi sta sempre di più prendendo piede.

Ma in tutto questo cosa c'entra l'adolescente che fa coming out?
Te lo spieghiamo subito: su TikTok centinaia di ragazzi cantano in playback improvvisandosi video maker e coreografi. Bene. C'è una challange che consiste nel cantare un testo in cui viene esplicitata la propria sessualità, facendo così coming out in pubblico.
La bellezza di tutto questo? Quella di abbattere convenzioni e annullare la vergogna. Riuscire a superare limiti (auto)imposti a favore della propria felicità.

Piuttosto importante, la forza di una semplice challenge sui social! Del resto, la parola challenge significa proprio "sfida". Di per sé questo termine chiama in causa la capacità di andare contro qualcosa per raggiungere un obiettivo. Insomma, il digital a favore della vita vera.

E se questo da solo non basta a spiegare l'impatto di una challenge, te lo spieghiamo in altri termini. Passiamo al mondo della comunicazione, vediamo come e perché seguire questo trend può davvero fare la differenza nell'ottica del sapersi raccontare.

Le challenge e la comunicazione digitale

Se hai bisogno di comunicare un'idea o se vuoi far conoscere al mondo il tuo brand bisogna arrivare alle persone. Qualcosa di scontato dirai, certo. Ma pensaci: quante volte ti fermi davvero a guardare un contenuto? A leggere fino alla fine un post o ad aspettare che un video finisca? Poche, pochissime.

C'è la vita che incalza, giusto? Una pentola che bolle sul fuoco o una conversazione a cui dover partecipare. Tutte cose che spostano la tua attenzione, che la rubano al contenuto appena spuntato sul tuo device. Quindi no, raggiungere le persone non è così semplice.

Ecco allora che le challenge si portano dietro una caratteristica fondamentale: danno la possibilità di interagire. Non è un "io ti dico, tu ascolti" ma è un "dillo insieme a me".

Fare questo non significa solamente ottenere l'attenzione e il tempo delle persone, ma chiedere di investire quel tempo facendoli diventare parti integranti della comunicazione. Autori e destinatari allo stesso tempo. Niente male, bisogna ammetterlo.

Un'altra qualità è l'immediatezza. Niente giri di parole, niente preamboli. Un'azione semplice che va dritta al punto. E quel punto, quell'obiettivo può assumere sembianze diverse a seconda del messaggio che si vuole comunicare. Perché certo, l'intrattenimento e il divertimento restano il punto principale, ma non è detto che si limiti a questo.

Prendiamo ad esempio la Trash challenge che ha una forte impronta ambientalistica. Consiste nel trovare un luogo particolarmente sporco, invaso dai rifiuti, come un bosco o una spiaggia, ripulirlo e postare il prima e il dopo sui social.

Anche noi abbiamo ideato la nostra personalissima challenge, condivisa sul nostro blog Sinonimo di benessere e sui canali social. Si tratta dell'#escapeview challenge, in cui ti invitiamo a fotografare la tua vista dalla finestra. Considerando il periodo di quarantena che stiamo vivendo, questo è un invito a capire che non sei da solo, che ci sono altre persone, dall'altra parte della strada, che stanno combattendo insieme a te.

E sì, anche qui vediamo come il confine tra digital e vita vera sia in realtà molto sottile. Spesso il primo può fungere da strumento per il secondo per creare qualcosa di formidabile. Parte del nostro lavoro sta anche nel fare in modo che questo accada il più possibile.

Adesso rifletti: come puoi usare tutto questo a tuo favore? Vuoi creare una challenge e diffonderla sulle tue pagine social? Capire meglio tutte le sfumature? Non c'è bisogno di farlo da solo, noi siamo qui a disposizione!

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TikTok e il nuovo modo di fare comunicazione digitale per i Brand

Si è imposto nel giro di tre anni come social alternativo, sfacciato e poliedrico. TikTok è il nuovo ritrovo dell’adolescenza online, una porta digital appena aperta ma già virale. Tra challenge, mini sketch e Giorgia Meloni che canta “genitore 1, genitore 2” vediamo come TikTok ha conquistato il web.

Si è imposto nel giro di tre anni come social alternativo, sfacciato e poliedrico. TikTok è il nuovo ritrovo dell’adolescenza online, una porta digital appena aperta ma già virale. Tra challenge, mini sketch e Giorgia Meloni che canta “genitore 1, genitore 2” vediamo come TikTok ha conquistato il web.

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INDICE

TikTok e la nuova frontiera dei social

Prendi il tuo telefono e improvvisati regista, sceneggiatore e videomaker. No, non è uno scherzo e nel giro di qualche giorno ti sembrerà la cosa più semplice del mondo. TikTok fa esattamente questo: in maniera veloce e intuitiva ti guida passo passo nella realizzazione di mini video, con effetti speciali e montaggi particolarmente creativi.

Ecco allora che puoi fermare il tempo, cambiarti d'abito in un lampo, creare compilation di famosi che parlano e si muovono come meglio preferisci, immaginare una storyline per il tuo animale domestico, partecipare a challenge e crearti il tuo piccolo, variopinto mondo di contenuti.

"Make Every Second Count". È questo il motto di TikTok. Un video ha infatti la durata di una manciata di secondi.

Tutto qui, ma è quello che basta per costruire una comunità di creativi, di utenti pronti a mettersi in gioco.

TikTok ha infatti saputo dare gli strumenti giusti al pubblico giusto: i teenagers. Persone che fanno della condivisione e della collettività un punto di riferimento fortissimo considerando l'età e le tendenze sociali. Del resto, sono proprio quelli gli anni del volersi mostrare e della curiosità senza freni, dei confronti con i coetanei e della voglia di rivendicare un proprio "io", una propria specifica peculiarità.

Farlo attraverso un video, scegliendo modalità e composizione, è una scelta d'impatto che permette di trovare facilmente una propria voce, per poi tradurla in immagini e costruire una storia a tutti gli effetti.

La comunicazione ai tempi di TikTok

In quanto comunicatori, il nostro compito è innanzitutto quello di guardarci intorno, di capire persone e trends per poi "riportare tutto all'ovile". Che cosa significa?

Significa raccogliere il più possibile di ciò che smuove le persone, analizzarlo e cercare il modo giusto di renderlo funzionale.

Il tormentone di TikTok fa parte di un filone nuovo, rappresenta una trasformazione e ci ricorda che il digital è un animale sempre in movimento, che si modifica e cambia forma giorno dopo giorno. Noi dobbiamo stargli dietro.
È un po' come andare in esplorazione e rendersi conto che c'è molto altro, là fuori, rispetto a quello che credevamo e a cui eravamo abituati.

Comunicare vuol dire anche adattarsi, saper seguire e allo stesso tempo farsi seguire, trovare la lingua giusta e decifrarne altre che sembrano ancora sconosciute.

TikTok può allora diventare un'arma a nostro favore. Soprattutto per due motivi: è diretto e si porta dietro il pubblico che nell'età del digital ci è nato.
Partiamo dal primo. La modalità stessa dei video è strettamente legata al concetto di comunicazione. Perché? Perché dice tutto e lo dice subito. Niente giri di parole, niente attese confuse. Pochi secondi per andare dritti al punto. È così che funziona anche il nostro mestiere, quello della comunicazione digitale, giusto? Corretto. Essere diretti senza perdere l'empatia, farci capire immediatamente senza ridurre tutto a una mera descrizione.

In secondo luogo, il pubblico. Ci ritroviamo davanti persone che questa lingua l'ascoltano e la parlano fin da piccoli. Abbiamo l'opportunità di spaziare, di reinventarci e di offrire qualcosa di originale a qualcuno che sa esattamente in quale mondo ci stiamo muovendo. Questo, però, significa anche dover fronteggiare una sfida. Essere sempre all'altezza di contenuti originali e ancora non visti, proporre l'eccezione, far stupire chi naviga in questo mare tutti i giorni, con abilità e conoscenza. Nessun problema.

Puntare sempre più in alto è il nostro lavoro, e qui c'è un'opportunità per tutti i Brand che sanno coglierla.

Chissà domani il mondo cosa caccerà dal cilindro, chissà quali nuovi animali digitali dovremo inseguire e quali mappe analizzare. Se ci riflettiamo, però, abbiamo un grande ruolo in tutto questo: osservare da vicino il cambiamento, essere ingranaggi di questo vivere digital che è ormai quotidianità e realtà tangibile. Possiamo muoverci nel presente e avere già un occhio puntato al futuro. Insomma, siamo figli dei nostri tempi. Noi abbiamo la fortuna di farlo in maniera particolarmente creativa e sempre al passo con le rivoluzioni socialindice di un'intera generazione.

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TikTok e la nuova frontiera dei social

Prendi il tuo telefono e improvvisati regista, sceneggiatore e videomaker. No, non è uno scherzo e nel giro di qualche giorno ti sembrerà la cosa più semplice del mondo. TikTok fa esattamente questo: in maniera veloce e intuitiva ti guida passo passo nella realizzazione di mini video, con effetti speciali e montaggi particolarmente creativi.

Ecco allora che puoi fermare il tempo, cambiarti d'abito in un lampo, creare compilation di famosi che parlano e si muovono come meglio preferisci, immaginare una storyline per il tuo animale domestico, partecipare a challenge e crearti il tuo piccolo, variopinto mondo di contenuti.

"Make Every Second Count". È questo il motto di TikTok. Un video ha infatti la durata di una manciata di secondi.

Tutto qui, ma è quello che basta per costruire una comunità di creativi, di utenti pronti a mettersi in gioco.

TikTok ha infatti saputo dare gli strumenti giusti al pubblico giusto: i teenagers. Persone che fanno della condivisione e della collettività un punto di riferimento fortissimo considerando l'età e le tendenze sociali. Del resto, sono proprio quelli gli anni del volersi mostrare e della curiosità senza freni, dei confronti con i coetanei e della voglia di rivendicare un proprio "io", una propria specifica peculiarità.

Farlo attraverso un video, scegliendo modalità e composizione, è una scelta d'impatto che permette di trovare facilmente una propria voce, per poi tradurla in immagini e costruire una storia a tutti gli effetti.

La comunicazione ai tempi di TikTok

In quanto comunicatori, il nostro compito è innanzitutto quello di guardarci intorno, di capire persone e trends per poi "riportare tutto all'ovile". Che cosa significa?

Significa raccogliere il più possibile di ciò che smuove le persone, analizzarlo e cercare il modo giusto di renderlo funzionale.

Il tormentone di TikTok fa parte di un filone nuovo, rappresenta una trasformazione e ci ricorda che il digital è un animale sempre in movimento, che si modifica e cambia forma giorno dopo giorno. Noi dobbiamo stargli dietro.
È un po' come andare in esplorazione e rendersi conto che c'è molto altro, là fuori, rispetto a quello che credevamo e a cui eravamo abituati.

Comunicare vuol dire anche adattarsi, saper seguire e allo stesso tempo farsi seguire, trovare la lingua giusta e decifrarne altre che sembrano ancora sconosciute.

TikTok può allora diventare un'arma a nostro favore. Soprattutto per due motivi: è diretto e si porta dietro il pubblico che nell'età del digital ci è nato.
Partiamo dal primo. La modalità stessa dei video è strettamente legata al concetto di comunicazione. Perché? Perché dice tutto e lo dice subito. Niente giri di parole, niente attese confuse. Pochi secondi per andare dritti al punto. È così che funziona anche il nostro mestiere, quello della comunicazione digitale, giusto? Corretto. Essere diretti senza perdere l'empatia, farci capire immediatamente senza ridurre tutto a una mera descrizione.

In secondo luogo, il pubblico. Ci ritroviamo davanti persone che questa lingua l'ascoltano e la parlano fin da piccoli. Abbiamo l'opportunità di spaziare, di reinventarci e di offrire qualcosa di originale a qualcuno che sa esattamente in quale mondo ci stiamo muovendo. Questo, però, significa anche dover fronteggiare una sfida. Essere sempre all'altezza di contenuti originali e ancora non visti, proporre l'eccezione, far stupire chi naviga in questo mare tutti i giorni, con abilità e conoscenza. Nessun problema.

Puntare sempre più in alto è il nostro lavoro, e qui c'è un'opportunità per tutti i Brand che sanno coglierla.

Chissà domani il mondo cosa caccerà dal cilindro, chissà quali nuovi animali digitali dovremo inseguire e quali mappe analizzare. Se ci riflettiamo, però, abbiamo un grande ruolo in tutto questo: osservare da vicino il cambiamento, essere ingranaggi di questo vivere digital che è ormai quotidianità e realtà tangibile. Possiamo muoverci nel presente e avere già un occhio puntato al futuro. Insomma, siamo figli dei nostri tempi. Noi abbiamo la fortuna di farlo in maniera particolarmente creativa e sempre al passo con le rivoluzioni socialindice di un'intera generazione.

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