Sono lontani ormai i tempi in cui lo chiamavamo “cancelletto” digitandolo sulla tastiera dei nostri primi cellulari. Oggi è un’etichetta che ci sentiamo obbligati a usare, anche se non sempre lo facciamo con consapevolezza. Quali sono gli hashtag da usare e come facciamo a sapere quali sono i più adatti a farci trovare sui social?
Sono lontani ormai i tempi in cui lo chiamavamo “cancelletto” digitandolo sulla tastiera dei nostri primi cellulari. Oggi è un’etichetta che ci sentiamo obbligati a usare, anche se non sempre lo facciamo con consapevolezza. Quali sono gli hashtag da usare e come facciamo a sapere quali sono i più adatti a farci trovare sui social?
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Etichette che decidono tendenze
Lanciati in rete hanno la capacità di diffondere qualsiasi tipo di notizia in tutto il mondo nel giro di pochissimi secondi: periodicamente vari #RIP colpiscono il personaggio famoso di turno, facendolo credere defunto, #AppleEvent ha scatenato il panico nei giorni scorsi lasciando tutti i fan in attesa di informazioni sui nuovi modelli iPhone, con #iorestoacasa, #metoo, #pridemonth abbiamo abbracciato cause, preso posizioni, ci siamo sensibilizzati rispetto a un tema.
Insomma quello che prima era solo un cancelletto su tastiere e cellulari, col tempo è diventato un elemento onnipresente, in grado di andare oltre la dimensione digitale, un'etichetta carica di significato.
Comparso timidamente per la prima volta nel 2007 su Twitter, dopo molti cinguettii ha conquistato tutti i social, diventando quello che conosciamo oggi.
Sulle piattaforme di foto e video sharing, come Instagram e YouTube, li utilizziamo per descrivere i contenuti. Su Twitter invece gli hashtag servono per stabilire e individuare il topic di una conversazione o identificare un gruppo di persone che vorremmo coinvolgere. Su Tik Tok oltre a far comparire il nostro video tra tutti quelli che contengono lo specifico # e a classificarli, serve a prendere parte alle #challenge.
Fermati per un attimo e pensa: quanti ne digitiamo al giorno e quanti nuovi ne creiamo? Non riesci a contarli, vero?
Se li usiamo così tanto ci sarà un motivo, penserete voi. Gli hashtag sono infatti uno dei migliori modi per aumentare i followers e l'audience sul tuo profilo, lo sappiamo tutti. Usarli nel modo giusto aiutano a esporre il brand (o personal brand) ad un vasto e segmentato pubblico.
Questo però non vuol dire che li usiamo sempre con consapevolezza. Spesso nel nostro modo di pensare prevale il "più ne aggiungo e più possibilità ho di essere trovato". Non funziona proprio così.
Come funzionano gli hashtag
Nati con l'utilità di catalogare, mettere ordine nel mare infinito dei contenuti social, ora ci troviamo ancora più confusi di fronte allo schermo e con troppi hashtag tra cui districarci.
Sai una cosa? La soluzione è nella misura.
Cosa vuol dire. È sbagliato pensare che inserire dieci righe di hashtag ci permetta di emergere nelle ricerche più facilmente. Come è sbagliato pensare che, nell'universo infinito di contenuti, usare gli hashtag sia diventato ormai inutile.
Di certo inutili sono esempi quali:
#Che #Bello #È #arrivata #Estate
#VoglioAndareAMareMaNonHoSuperatoLaProvaCostume
Difficilmente immaginiamo un cliente che, in cerca un prodotto, un tema o un interesse, digiti #che. Allo stesso modo un hashtag così lungo, pieno di parole e complicato da scrivere non ha un obiettivo di comunicazione ben preciso, lo intuiamo tutti. Il segreto sono parole brevi e in grado di esaurire il valore del brand, di comunicarne la brand awareness, parole in linea con il contenuto pubblicato.
Il discorso della misura vale poi anche per la quantità: pensando per esempio a Instagram, è vero che il massimo di hashtag pubblicabili è 30, ma va bene inserirne da 10 a 20, tra popolari e meno popolari, per essere maggiormente incisivi, essere ben catalogati dal social e quindi comparire tra i risultati di quell'hashtag.
Sdoganate queste informazioni ora sappiamo tutti usare gli hashtag correttamente, giusto?
Ok, lo ammettiamo, la verità è che non esistono delle regole ben precise nell'uso degli hashtag, piuttosto delle tendenze o delle norme valide per i singoli casi. Il segreto resta provare, provare e provare, e soprattutto essere coerenti con il contenuto che stiamo proponendo. E poi analizzare i risultati e l'andamento dei nostri post. Come? Magari insieme a dei professionisti in grado di decifrare in maniera corretta i dati e di costruire la tua strategia di comunicazione sui social!
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Etichette che decidono tendenze
Lanciati in rete hanno la capacità di diffondere qualsiasi tipo di notizia in tutto il mondo nel giro di pochissimi secondi: periodicamente vari #RIP colpiscono il personaggio famoso di turno, facendolo credere defunto, #AppleEvent ha scatenato il panico nei giorni scorsi lasciando tutti i fan in attesa di informazioni sui nuovi modelli iPhone, con #iorestoacasa, #metoo, #pridemonth abbiamo abbracciato cause, preso posizioni, ci siamo sensibilizzati rispetto a un tema.
Insomma quello che prima era solo un cancelletto su tastiere e cellulari, col tempo è diventato un elemento onnipresente, in grado di andare oltre la dimensione digitale, un'etichetta carica di significato.
Comparso timidamente per la prima volta nel 2007 su Twitter, dopo molti cinguettii ha conquistato tutti i social, diventando quello che conosciamo oggi.
Sulle piattaforme di foto e video sharing, come Instagram e YouTube, li utilizziamo per descrivere i contenuti. Su Twitter invece gli hashtag servono per stabilire e individuare il topic di una conversazione o identificare un gruppo di persone che vorremmo coinvolgere. Su Tik Tok oltre a far comparire il nostro video tra tutti quelli che contengono lo specifico # e a classificarli, serve a prendere parte alle #challenge.
Fermati per un attimo e pensa: quanti ne digitiamo al giorno e quanti nuovi ne creiamo? Non riesci a contarli, vero?
Se li usiamo così tanto ci sarà un motivo, penserete voi. Gli hashtag sono infatti uno dei migliori modi per aumentare i followers e l'audience sul tuo profilo, lo sappiamo tutti. Usarli nel modo giusto aiutano a esporre il brand (o personal brand) ad un vasto e segmentato pubblico.
Questo però non vuol dire che li usiamo sempre con consapevolezza. Spesso nel nostro modo di pensare prevale il "più ne aggiungo e più possibilità ho di essere trovato". Non funziona proprio così.
Come funzionano gli hashtag
Nati con l'utilità di catalogare, mettere ordine nel mare infinito dei contenuti social, ora ci troviamo ancora più confusi di fronte allo schermo e con troppi hashtag tra cui districarci.
Sai una cosa? La soluzione è nella misura.
Cosa vuol dire. È sbagliato pensare che inserire dieci righe di hashtag ci permetta di emergere nelle ricerche più facilmente. Come è sbagliato pensare che, nell'universo infinito di contenuti, usare gli hashtag sia diventato ormai inutile.
Di certo inutili sono esempi quali:
#Che #Bello #È #arrivata #Estate
#VoglioAndareAMareMaNonHoSuperatoLaProvaCostume
Difficilmente immaginiamo un cliente che, in cerca un prodotto, un tema o un interesse, digiti #che. Allo stesso modo un hashtag così lungo, pieno di parole e complicato da scrivere non ha un obiettivo di comunicazione ben preciso, lo intuiamo tutti. Il segreto sono parole brevi e in grado di esaurire il valore del brand, di comunicarne la brand awareness, parole in linea con il contenuto pubblicato.
Il discorso della misura vale poi anche per la quantità: pensando per esempio a Instagram, è vero che il massimo di hashtag pubblicabili è 30, ma va bene inserirne da 10 a 20, tra popolari e meno popolari, per essere maggiormente incisivi, essere ben catalogati dal social e quindi comparire tra i risultati di quell'hashtag.
Sdoganate queste informazioni ora sappiamo tutti usare gli hashtag correttamente, giusto?
Ok, lo ammettiamo, la verità è che non esistono delle regole ben precise nell'uso degli hashtag, piuttosto delle tendenze o delle norme valide per i singoli casi. Il segreto resta provare, provare e provare, e soprattutto essere coerenti con il contenuto che stiamo proponendo. E poi analizzare i risultati e l'andamento dei nostri post. Come? Magari insieme a dei professionisti in grado di decifrare in maniera corretta i dati e di costruire la tua strategia di comunicazione sui social!
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